ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA: REALTA’ O ILLUSIONE
- Carmen Cuomo
- 24 apr
- Tempo di lettura: 5 min

L'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) rappresenta uno dei pilastri fondamentali della riforma dell'assistenza territoriale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L'obiettivo è ambizioso: incrementare la copertura dell'ADI per gli over 65 dal 4% del 2023 al 10% entro il 2026, promuovendo il concetto della "casa come primo luogo di cura".
Secondo il report di Salutequità, nel 2023 molte regioni hanno fatto progressi significativi. Umbria e Provincia Autonoma di Trento hanno addirittura raddoppiato gli obiettivi previsti, superando il 200% di incremento. Tuttavia, quattro regioni — Sicilia (1%), Campania (62%), Sardegna (77%) e Calabria (95%) — non hanno raggiunto i traguardi stabiliti.
Nonostante l'aumento quantitativo degli assistiti, persistono criticità legate alla qualità dell'assistenza. Il monitoraggio del Ministero della Salute sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ha evidenziato che nel 2022 sei regioni, tra cui Campania e Sicilia, non hanno raggiunto la soglia minima di intensità di cura.
TARIFFARIO CURE DOMICILIARI: STATO DELL’ARTE E CRITICITÀ DEL NUOVO MODELLO DI REMUNERAZIONE REGIONE CAMPANIA
Il documento aggiorna il sistema di tariffazione delle cure domiciliari integrando il DCA 1/2013 e il DD 524/2023, estendendolo anche alle cure domiciliari di base e tenendo conto dei nuovi contratti collettivi di lavoro, dell’inflazione e dei modelli assistenziali evolutivi.
Le cure domiciliari sono suddivise per livelli di intensità:
Base
Primo livello
Secondo livello
Terzo livello
Palliative (in fase transitoria)
Ogni livello è associato a un Coefficiente di Intensità Assistenziale (CIA), calcolato come:
CIA = GEA (giornate effettive di assistenza) / GdC (giorni di cura)
Il CIA serve a standardizzare il carico assistenziale e a programmare l’intensità e la frequenza degli accessi in modo coerente e omogeneo.
Le prestazioni vengono tariffate per singolo accesso, considerando:
Durata della prestazione (15', 30', 60', 90')
Figura professionale (infermiere, OSS, terapisti, medico, psicologo, ecc.)
Area geografica: urbana, intermedia, periferica (con tempi di percorrenza diversificati)
Il calcolo tariffario tiene conto di:
Costi orari del personale secondo i CCNL
Costi di trasporto e logistica
Dotazioni base (kit infermieristici, dispositivi, DPI)
Costi di struttura, centrale operativa, gestione e coordinamento
Il sistema tariffario presenta i seguenti requisiti di validità e flessibilità
Le tariffe sono valide fino all’adozione di un sistema tariffario nazionale definitivo.
Una revisione potrà avvenire dopo 18 mesi sulla base di un monitoraggio dei risultati.
Il sistema consente una personalizzazione della presa in carico da parte delle équipe multidisciplinari, pur mantenendo criteri omogenei regionali.
Il documento non definisce ancora un tariffario specifico per le prestazioni di telemedicina.
Sebbene si faccia riferimento alla “disciplina di settore”, non vengono riportati:
Durata tipo delle prestazioni in telemedicina
Costi unitari delle visite/monitoraggi da remoto
Integrazione tariffaria con le cure domiciliari in presenza
Questo lascia un vuoto normativo e operativo che rischia di rallentare l’adozione sistematica della telemedicina, oggi più che mai centrale nel nuovo modello di assistenza domiciliare e territoriale.
CARENZE STRUTTURALI E FINANZIARIE
Un altro nodo cruciale è rappresentato dalla carenza di personale. Per attuare pienamente la riforma dell'assistenza territoriale prevista dal DM 77, entro il 2026 saranno necessari circa 2.000 medici, 20.000 infermieri e oltre 30.000 unità di personale tra dirigenti sanitari, professioni sanitarie, operatori sociosanitari e personale di supporto. Il costo stimato per garantire questo personale è di circa 2,3 miliardi di euro, ma attualmente mancano coperture per circa 500 milioni.
PROPOSTE PER IL RILANCIO
L’ADI rappresenta un tassello strategico della riforma dell’assistenza territoriale prevista dal PNRR. Tuttavia, per renderla realmente efficace e sostenibile, occorre andare oltre gli obiettivi numerici e affrontare le criticità strutturali e organizzative. In quest’ottica, le proposte avanzate da diversi stakeholder si articolano su più livelli:
1. Semplificazione delle procedure di accreditamento: Molti enti accreditati lamentano iter burocratici complessi e disomogenei tra regioni. La proposta è:
· Definire standard nazionali per l’accreditamento, riducendo le differenze territoriali.
· Semplificare la documentazione richiesta per garantire l’accesso rapido di nuovi erogatori, specie nelle aree carenti.
2. Piano nazionale per il reclutamento e la formazione del personale: Il successo dell’ADI dipende fortemente dal capitale umano:
· Creazione di un piano straordinario di assunzioni che coinvolga infermieri di famiglia, fisioterapisti, OSS e medici di comunità.
· Investimenti mirati nella formazione specifica in cure domiciliari e presa in carico integrata, anche attraverso modelli blended e simulazione.
· Incentivi economici e contrattuali per attrarre personale in ADI, oggi meno appetibile rispetto ad altri ambiti ospedalieri.
3. Telemedicina e digitalizzazione dell’assistenza: La telemedicina è una leva fondamentale per rendere l’ADI più efficace, equa e sostenibile:
· Monitoraggio remoto dei parametri vitali per pazienti cronici, con alert automatici ai professionisti.
· Visite in videochiamata come primo filtro per evitare accessi inappropriati a pronto soccorso o ambulatori.
· Cartella clinica integrata e condivisa tra tutti i professionisti coinvolti (medici, infermieri, farmacisti, terapisti).
· Diffusione di dispositivi a basso costo per pazienti fragili e anziani, con formazione all’uso per caregiver.
È essenziale che venga redatto e diffuso un tariffario specifico per chi utilizza servizi di telemedicina in modo da incentivare le Organizzazione verso la transizione digitale.
ADI E RIFORMA TERRITORIALE: SERVIZIO SALUTE COME MODELLO DI RIFERIMENTO PER UN’ASSISTENZA INTEGRATA, DIGITALE E SOSTENIBILE
L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è uno degli assi portanti della riforma dell’assistenza territoriale promossa dal PNRR. L’obiettivo, ambizioso e necessario, è portare le cure a domicilio, rafforzando il concetto di “casa come primo luogo di cura” e riducendo la pressione su ospedali e pronto soccorso.
Tuttavia, l’attuazione dell’ADI incontra ancora ostacoli significativi: disomogeneità regionali, carenza di personale, ritardi nell’integrazione digitale e scarsità di risorse strutturali. In questo contesto si inserisce Servizio Salute, che si propone come una soluzione completa, in grado di superare le criticità attraverso un approccio integrato, scalabile e tecnologicamente avanzato.
1. Modelli organizzativi innovativi: integrazione e prossimità
Il modello proposto da Servizio Salute si fonda su una rete di Unità Operative Territoriali Multidisciplinari, composte da medici, infermieri di famiglia, fisioterapisti, assistenti sociali e OSS, coordinati da un sistema gestionale centralizzato. Queste unità lavorano secondo protocolli condivisi e integrati con i servizi sociali, garantendo la continuità assistenziale e una presa in carico proattiva del paziente. La centralità del team infermieristico permette di intercettare precocemente i bisogni, intervenendo in modo tempestivo e personalizzato.
2. Soluzioni tecnologiche avanzate: digitalizzazione al servizio della persona
Servizio Salute ha investito in piattaforme digitali interoperabili che permettono:
· Il monitoraggio remoto dei parametri vitali attraverso dispositivi wearable collegati in cloud.
· L’invio automatico di alert clinici alla centrale operativa e ai professionisti sul territorio.
· La televisita e il teleconsulto con specialisti, anche in aree interne o disagiate.
· Teleassistenza per educare, orientare e supportare il paziente e la sua famiglia in tutto il processo di cura.
· Una cartella clinica unica accessibile da tutti gli attori della rete assistenziale, in tempo reale.
Queste soluzioni permettono di ottimizzare l’impiego delle risorse e rafforzare l’empowerment del paziente .
3. Sistemi di gestione e governo clinico integrato
Servizio Salute ha sviluppato un cruscotto di controllo centralizzato che consente:
· La gestione dinamica delle agende e delle visite domiciliari.
· Il tracciamento degli outcome clinici e dei livelli di intensità assistenziale.
· L’analisi predittiva dei bisogni emergenti grazie all’uso dell’intelligenza artificiale.
Questo sistema permette non solo una gestione efficiente delle cure, ma anche una valutazione costante della qualità e dell’equità del servizio, con report trasparenti e facilmente leggibili dai decisori pubblici.
4. Centrale di telemedicina e supporto H24
Un altro elemento distintivo è la Centrale di Telemedicina attiva 24/7, composta da personale infermieristico specializzato e operatori sanitari in grado di:
· Gestire in tempo reale il monitoraggio dei pazienti ADI.
· Offrire supporto clinico a distanza alle famiglie e ai caregiver.
· Attivare interventi domiciliari urgenti o modificare i piani di cura in base ai dati raccolti.
Questa centrale rappresenta il cuore pulsante della rete, garantendo prossimità anche a distanza e sicurezza clinica continua.
5. Un modello sostenibile e replicabile
Grazie all’integrazione tra tecnologia, risorse umane qualificate e organizzazione intelligente, Servizio Salute dimostra che è possibile rendere l’ADI non solo più capillare, ma anche più efficace e sostenibile. È il momento di superare la logica dell’intervento prestazionale e costruire una nuova cultura dell’assistenza territoriale: vicina, digitale, umana.
Dott. Antonio Sannino
Infermiere specialista in Sanità Territoriale e Digitale
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