Prendersi cura di chi cura
- Carmen Cuomo
- 28 apr
- Tempo di lettura: 3 min
In ogni turno, tra corsie e ambulatori, si compone una sinfonia silenziosa. Non è fatta solo di gesti tecnici o protocolli, ma di sguardi, ascolto, empatia, presenza. Ogni operatore sanitario è una nota, uno strumento unico dentro un’orchestra invisibile ma essenziale.
Medici, infermieri, OSS, terapisti, tecnici, amministrativi: ognuno contribuisce con la propria parte a un'armonia più grande, quella della cura. Ma in questa sinfonia, c'è una domanda che riecheggia sempre più forte:

CHI ACCORDA GLI STRUMENTI? CHI SI PRENDE CURA DELL’ORCHESTRA?
L’Articolo 15 del Codice Deontologico degli Infermieri – “Cura dei curanti” – ce lo ricorda con chiarezza: anche chi cura ha bisogno di cura. Anche chi ogni giorno si fa carico delle fragilità altrui, ha bisogno di essere ascoltato, sostenuto, riconosciuto.
Una sinfonia, per quanto perfetta sullo spartito, non potrà mai suonare bene se gli strumenti sono stanchi, logorati, non accordati. E allo stesso modo, nessun sistema sanitario può reggere se dimentica il benessere, la formazione continua, l’equilibrio emotivo e fisico di chi lo tiene in piedi ogni giorno.
La pandemia ci ha lasciato una lezione semplice e potente: "Nessuno si salva da solo. "Lo disse Papa Francesco nel marzo 2020, in una piazza San Pietro vuota ma piena di senso. Non era solo un appello alla solidarietà, ma una rivelazione: la cura è un atto collettivo.
Prendersi cura dei curanti significa creare spazi di respiro dentro la frenesia. Significa accordare le energie, ridurre il rumore di fondo, potenziare le risonanze positive.
Significa riconoscere che il burnout non è un fallimento individuale, ma un segnale d’allarme di un sistema che non protegge abbastanza le sue risorse più preziose.
Significa anche costruire una cultura organizzativa basata sulla reciprocità. In cui si dà valore al lavoro d’équipe, alla comunicazione empatica, al tempo della pausa, alla voce dei professionisti. Un'orchestra non funziona solo se i solisti brillano, ma se tutti sanno ascoltarsi, compensarsi, sostenersi.
PROPOSTE PER PRENDERSI CURA DEI CURANTI
Il welfare aziendale non è un "bonus accessorio", ma una vera e propria strategia di benessere organizzativo. Quando i lavoratori stanno bene, anche l’organizzazione cresce meglio.
È un modo concreto per dire: "Ci prendiamo cura di chi ogni giorno si prende cura del lavoro."
Il welfare aziendale è l’insieme di iniziative, servizi e agevolazioni messi a disposizione dei dipendenti da parte dell’azienda per migliorare la loro qualità della vita – sia dentro che fuori dal luogo di lavoro:
1. Supporto psicologico strutturato: Attivare sportelli interni di ascolto psicologico e coaching per affrontare stress, burnout, lutti, ansia da prestazione. Gratuiti, riservati, accessibili.
2. Formazione continua sul benessere: Inserire nei programmi ECM moduli su:
· Autocura e gestione dello stress
· Comunicazione empatica e gestione dei conflitti
· Mindfulness e tecniche di rilassamento
3. Supervisione clinica e debriefing
Prevedere momenti regolari di confronto con figure esperte (psicologi clinici, counselor) per elaborare casi complessi e vissuti emotivi, evitando l’isolamento professionale.
4. Organizzazione del lavoro più umana
· Turni equilibrati e pianificazione partecipata
· Pause garantite
· Accesso a spazi di decompressione (stanze relax, aree verdi, piccole biblioteche)
5. Riconoscimento e motivazione
· Valorizzazione delle competenze trasversali
· Premi di team, momenti di gratitudine condivisa
· Coinvolgimento degli operatori nei processi decisionali
UNA CULTURA DELLA CURA RECIPROCA
Prendersi cura dei curanti significa creare spazi di respiro dentro la frenesia. Significa accordare le energie, ridurre il rumore di fondo, potenziare le risonanze positive.
Un'équipe funziona se ogni professionista si sente parte viva dell'orchestra, rispettato e sostenuto.Solo allora la sanità può diventare davvero un ecosistema armonico, capace di generare salute e non solo di inseguire malattie.
È un gesto di lungimiranza, di rispetto, di consapevolezza.Perché solo da strumenti curati può nascere una melodia che guarisce.
E quando tutto funziona, quando l’equilibrio è rispettato, quando anche il primo violino può fermarsi a respirare, allora sì che la musica della sanità può raggiungere la sua nota più alta: quella della dignità condivisa.
LA COOPERATIVA SOCIALE ALPHA: UNA RISPOSTA POSSIBILE
In questo panorama complesso, la Cooperativa Sociale Alpha si propone come un esempio concreto di risposta al bisogno di prendersi cura dei curanti.
Grazie all’implementazione delle azioni sopra descritte, Alpha ha iniziato un percorso strutturato che include:
· Sportelli di ascolto interni per il supporto psicologico individuale e di gruppo
· Percorsi formativi personalizzati sul benessere organizzativo e la prevenzione del burnout
· Spazi dedicati al benessere fisico ed emotivo (pause consapevoli, stanze relax, incontri di confronto)
· Supervisione regolare dei team di lavoro, con figure esperte che aiutano ad elaborare vissuti complessi
· Sistemi di premialità interna e coinvolgimento attivo degli operatori nelle scelte organizzative
Se vuoi entrare a fare parte del gruppo Alpha contattaci al sito internet https://www.alphaformazioneservizisanitari.com

Questo approccio integrato non è solo un atto di responsabilità sociale, ma una strategia concreta per costruire ambienti di lavoro sani, attrattivi, resilienti. Perché dove c’è benessere, c’è anche qualità della cura.
Dott. Antonio Sannino
Infermiere specialista in Sanità Territoriale e Digitale
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